Pilates con Macchine vs Matwork: Guida alla Scelta per le Patologie della Schiena L’ascesa vertiginosa della popolarità del Pilates con Macchine negli ultimi anni ha portato a un crescente interesse verso le sue diverse modalità di pratica, in...
Pilates con Macchine vs Matwork: Guida alla Scelta per le Patologie della Schiena
Pilates con Macchine vs Matwork: Guida alla Scelta per le Patologie della Schiena
L’ascesa vertiginosa della popolarità del Pilates con Macchine negli ultimi anni ha portato a un crescente interesse verso le sue diverse modalità di pratica, in particolare il confronto tra il Pilates matwork (esercizi a corpo libero) e quello eseguito con le macchine, rappresentano due filoni distinti, ognuno con i propri vantaggi unici e specifiche indicazioni.
Questa diffusione capillare solleva l’importante questione di comprendere in modo approfondito i vantaggi e gli svantaggi associati a ciascuna di queste specialità. In questo contesto, l’importanza di affidarsi a istruttori qualificati e preparati diventa fondamentale. Come sottolineato dallo Studio Pilates My Fit Boutique, “La guida di un professionista esperto non solo garantisce la corretta esecuzione degli esercizi, ma permette anche di personalizzare l’allenamento in base alle esigenze specifiche di ogni individuo, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi di infortunio”.
In un’epoca in cui l’attenzione verso il benessere fisico e la riabilitazione personalizzata è in costante aumento, diventa cruciale delineare con precisione come e perché determinati approcci del Pilates possano essere più adatti a specifiche esigenze individuali, in particolare per coloro che affrontano patologie della schiena.
Pilates Matwork
Il Pilates Matwork, eseguito su un tappetino con il proprio peso corporeo, enfatizza il controllo, la precisione e la fluidità del movimento, promuovendo la forza del core, la flessibilità e l’allineamento. Questa forma di Pilates è particolarmente indicata per coloro che cercano di migliorare la consapevolezza corporea, la postura e la mobilità generale, nonché per coloro che desiderano un approccio accessibile e facilmente praticabile ovunque.
Il Pilates con le Macchine per le Patologie della Schiena
D’altra parte, il Pilates con le macchine, utilizzando attrezzature come il Reformer, il Cadillac e la Wunda Chair, offre una resistenza regolabile e un supporto mirato, rendendolo particolarmente vantaggioso per individui con specifiche patologie della schiena o altre condizioni fisiche. Le macchine del Pilates permettono una personalizzazione più profonda dell’allenamento, offrendo un supporto che guida il corpo attraverso un range di movimento corretto e sicuro, ideale per la riabilitazione e per coloro che necessitano di un’attenzione particolare a causa di limitazioni o infortuni.
In casi come la lombalgia cronica, le disfunzioni posturali o le fasi di recupero post-operatorio, il Pilates con le macchine si rivela spesso più indicato, grazie alla capacità di isolare e rinforzare gruppi muscolari specifici, riducendo il rischio di stress o lesioni ulteriori. La resistenza controllata e il feedback tattile forniti dalle macchine facilitano l’attivazione corretta dei muscoli stabilizzatori profondi della schiena e del core, essenziali per il sostegno e la protezione della colonna vertebrale.
Il Pilates con macchine offre un livello di personalizzazione e controllo senza precedenti, particolarmente vantaggioso per individui affetti da patologie della schiena. Questo articolo esplora come le macchine di Pilates, quali il Reformer, il Cadillac e la Wunda Chair, siano strumenti eccezionali per adattare l’esercizio alle esigenze specifiche di ogni individuo, garantendo al contempo un controllo accurato del movimento e della postura.
Personalizzazione degli Esercizi
Le macchine del Pilates sono progettate per essere altamente regolabili, offrono un livello di personalizzazione e controllo superiore rispetto agli esercizi a corpo libero. consentendo agli istruttori di personalizzare gli esercizi in base all’età, al livello di fitness, alla gravità della patologia della schiena e alle esigenze specifiche di ogni individuo. Questa personalizzazione si traduce in un approccio mirato che può affrontare direttamente le aree problematiche, migliorando l’allineamento, la forza e la flessibilità della colonna vertebrale.
Per esempio, il Reformer, con il suo sistema di molle regolabili, permette di modificare la resistenza in base alla capacità dell’individuo, facilitando l’esecuzione di movimenti che rafforzano i muscoli stabilizzatori della schiena senza sovraccaricare le aree vulnerabili. La resistenza regolabile delle macchine, come evidenziato da Rydeard et al. (2006), permette così di adattare l’intensità degli esercizi alle specifiche esigenze e limitazioni di ogni individuo, ottimizzando la riabilitazione e minimizzando il rischio di infortuni. Questo aspetto è cruciale per pazienti in fase di riabilitazione o per coloro che stanno recuperando da infortuni alla schiena, poiché consente di progredire gradualmente e in sicurezza.
Controllo del Movimento
Il controllo del movimento è un pilastro fondamentale del Pilates, e le macchine offrono un ambiente unico per sviluppare questa competenza. La guida meccanica delle macchine di Pilates, combinata con la resistenza controllata, aiuta gli utenti a eseguire ogni movimento con precisione, riducendo il rischio di movimenti impropri o dannosi che potrebbero aggravare le condizioni della schiena.
Inoltre, le macchine del Pilates forniscono supporto strutturale durante gli esercizi, permettendo agli utenti di concentrarsi sull’attivazione dei muscoli corretti e sull’allineamento del corpo. Questo supporto è particolarmente benefico per coloro che stanno lavorando per migliorare la postura e la meccanica corporea, aspetti essenziali nella gestione e nella prevenzione delle patologie della schiena.
A differenza degli esercizi a corpo libero, le macchine di Pilates forniscono un supporto fisico essenziale, facilitando un allineamento corretto e riducendo lo stress su aree vulnerabili della schiena. Questo aspetto è cruciale per i pazienti in fase di riabilitazione post-operatoria, come dimostrato da Segal et al. (2013), dove il supporto delle macchine ha contribuito a una ripresa più sicura e guidata.
Feedback Tattile e Consapevolezza Corporea
Le macchine del Pilates offrono un feedback tattile immediato, che è fondamentale per aumentare la consapevolezza corporea. Questo feedback aiuta gli individui a percepire e correggere la propria postura, allineamento e tecnica durante l’esercizio, promuovendo un apprendimento più profondo e duraturo dei principi del Pilates. La consapevolezza corporea acquisita attraverso l’uso delle macchine può essere trasferita nella vita quotidiana, contribuendo a prevenire comportamenti e posture che possono portare a dolore e lesioni alla schiena.
Le macchine del Pilates permettono una gamma più ampia di movimenti e un’intensità di esercizio che può essere difficilmente replicata con il solo corpo libero. La ricerca di Monticone et al. (2014) ha sottolineato come la variabilità e l’intensità controllata degli esercizi con le macchine possano indirizzare in modo più efficace le specifiche esigenze dei pazienti con scoliosi, migliorando la postura e la simmetria corporea.
Conclusioni e Prospettive Future
In sintesi, mentre il Pilates Matwork si adatta bene a coloro che cercano un approccio olistico e preventivo al benessere fisico, il Pilates con macchine si distingue per la sua efficacia nel trattamento e nella riabilitazione di condizioni specifiche, offrendo un percorso personalizzato e supportato verso il recupero e il rafforzamento. La scelta tra le due metodologie dovrebbe essere guidata da una valutazione attenta degli obiettivi individuali e dalle condizioni di salute.
Il Pilates continuerà ad evolversi e a espandersi, la sua capacità di adattarsi e rispondere alle esigenze individuali rimarrà al centro della sua crescente popolarità. Che si tratti di migliorare la postura, di recuperare da un infortunio o semplicemente di mantenere un corpo sano e forte, il Pilates offre un percorso versatile e inclusivo verso il benessere fisico. La chiave per sfruttare appieno i suoi benefici risiede nella scelta consapevole del metodo più adatto alle proprie esigenze, sempre guidati dalla conoscenza e dall’esperienza di professionisti qualificati nel campo.
Riferimenti
Rydeard, R., et al. (2006). “Pilates-based therapeutic exercise: Effect on subjects with nonspecific chronic low back pain and functional disability: A randomized controlled trial.” Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy, 36(7), 472-484.
Segal, N.A., et al. (2013). “The effect of Pilates training on post-operative recovery after spinal surgery.” Rehabilitation Research and Practice, 2013, Article ID 837610.
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Chi era Pilates? La storia di Joseph Hubertus Pilates
Chi era Pilates? Joseph Hubertus Pilates nasce a Monchengladbach nel 1883 , in una piccola città vicino a Dusseldorf, in Germania. Da padre famoso ginnasta di origine greca, molto conosciuto in Germania e madre naturopata.
Pilates era un bambino magro e di salute cagionevole, con diverse patologie come asma, rachitismo e febbre reumatica.
Il forte desiderio di superare i suoi problemi fisici lo portarono ad intraprendere da autodidatta, lo studio del corpo umano. Attraverso i suoi studi maturò l’idea che lo portò a credere che un corretto stile di vita e una corretta postura mantenuta attraverso l’esercizio fisico, siano alla base di una buona salute.
L’idoneità fisica è il primo requisito della felicità.
Joseph Hubertus Pilates
Pilates Attraverso la spinta dei genitori intraprese un duro lavoro su di se. Talmente forte fu la sua determinazione a superare le sue difficoltà fisiche che all’età di 14 anni venne scelto per posare come modello per una tabella anatomica.
Il periodo della prima guerra mondiale
Passando dal Bodybuilding alla boxe, alla ginnastica, e attività circensi, nel 1912 Joseph Pilates arrivò a Lancaster, con l’intenzione di allenarsi per migliorare la sua tecnica nella Boxe. Da qui successivamente girò per tutta l’Inghilterra esibendosi anche come acrobata in un circo, fino al 1914.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale Pilates venne rinchiuso in un campo di prigionia, colpevole della sua nazionalità Tedesca insieme ad altri suoi connazionali. Qui ebbe modo di raffinare e sperimentare i suoi esercizi allenando i suoi compagni di prigionia.
Il metodo Pilates è la completa coordinazione di corpo, mente e spirito.
Joseph Hubertus Pilates
Successivamente Pilates venne trasferito in un altro campo a Knockaloe sull’isola di Man dove ebbe la grande occasione di perfezionare ulteriormente il suo metodo nella riabilitazione dei soldati feriti in guerra.
Fu in questa circostanza che ideò la sua prima macchina. Attraverso l’utilizzo di un lettino d’ospedale applicò funi e carrucole collegate con delle molle alle estremità del letto, ideando così il prototipo del primo Universal Reformer.
Pilates riuscì in tal modo a velocizzare notevolmente il processo di riabilitazione e tonificazione muscolare nei pazienti mentre erano ancora allettati, migliorando in tal modo il loro recupero psicofisico. Questo segnò l’inizio dell’idea delle Macchine per il Pilates.
Famosa ai giorni nostri la storia relativa a quegli anni durante l’epidemia di influenza spagnola che, fece oltre 50 milioni di morti, dove si narra che tutti coloro che seguirono le lezioni del Training di Pilates non furono contagiati.
In realtà non ci sono conferme che questo sia accaduto realmente, però a noi piace pensare che possa essere possibile.
Il ritorno in patria
Alla fine della guerra Joseph Pilates tornò ad Amburgo in Germania dove lavorò come Trainer, occupandosi della parte atletica e di difesa personale del corpo di polizia di Amburgo.
In quegli anni iniziando anche con le prime lezioni private, Pilates ebbe il primo contatto con il mondo della danza, conoscendo Rudolf Laban, danzatore e coreografo ungherese, oltre che massimo coreografo della danza, il quale aggiunse alle sue teorie delle tecniche di Pilates, e Mary Wigman considerata una delle massime esponenti della danza libera tedesca e pioniera della danza moderna, che inserì nelle sue lezioni alcuni esercizi di Pilates.
Nel 1925 il governo tedesco venuto a conoscenza di chi era Pilates, gli offrì di lavorare come preparatore per la parte fisico atletica dell’esercito tedesco, ma a causa di ideologie politiche differenti, Pilates rifiutò e decise di trasferirsi negli Stati Uniti d’America.
Gli anni in America
Durante la traversata in nave, conobbe Clara, una maestra di scuola materna che successivamente diventerà sua moglie.
Con lei nel 1926 fondò il suo famoso studio a New York, accanto alla sede del New York City Ballet, dove iniziò ad insegnare il suo metodo che chiamò “Contrology” fino agli anni ‘60.
Nello studio di New York venne riconosciuto e apprezzato soprattutto tra quei ballerini e coreografi, poichè si era visto che il suo metodo si adattava bene alla danza, migliorava la tecnica individuale e il recupero da infortuni.
Joseph Pilates lavorò su Contrology codificando una parte degli esercizi per il Matwork, e altri esercizi per le grandi macchine che ideò personalmente:
- Universal Reformer
- Cadillac
- Wunda Chair
- Spine Corrector
Il suo metodo “Contrology” comprende lo sviluppo del corpo uniformemente, riconoscendo l’unità tra mente e corpo, l’importanza della respirazione, la precisione la fluidità e la concentrazione.
Il metodo Pilates sviluppa il corpo uniformemente, corregge la postura, ripristina la vitalità, rinvigorisce la mente ed eleva lo spirito.
Joseph Hubertus Pilates
Joseph Pilates morì nel 1967 quando sia lui che il suo studio erano diventati ormai una istituzione.
Dopo la sua morte l’attività venne continuata dalla moglie Clara con l’aiuto di un’allieva, Romana Kryzanowska che successivamente divenne la direttrice dello studio nel 1970.
Il Pilates di oggi si basa ancora sui suoi principi ma è stato arricchito ed integrato con conoscenze mediche e riabilitative sviluppate negli anni dopo la sua morte.
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